Giovedi, 18 aprile 2024 - ORE:11:09

‘Abbastanza mamma’ secondo il dottor Sears

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In occasione della usuale campagna ‘distogli l’attenzione dalle elezioni’, più ufficialmente in occasione della festa della mamma, il magazine americano ‘Time’ ci propone una copertina a dir poco controversa: una vera mamma, la californiana Jamie Lynne Grumet, di professione casalinga, che allatta al seno il suo ‘piccolo’ di 3 anni suonati.

La donna, infatti, è una convinta seguace delle nuove e discusse teorie pedagogiche del pediatra americano William Sears, ‘guru’ del cosiddetto ‘attachment parenting’, molto di moda in America e poco conosciuto qui da noi. In poche parole, secondo il dottore, padre di otto figli, autore ed insegnante alla University of South California, è fondamentale per le madri nella fase di crescita dell’infante stabilire un rapporto di dipendenza affettiva e profonda conoscenza reciproca. Per raggiungere questa intima intesa è necessario:

  • allattare a richiesta, on demand, ogni volta che il bambino piange ;
  • allattare a oltranza, finchè il bambino spontaneamente non decide di smettere (e questo dovrebbe accadere intorno ai 3 anni) ;
  • dormire nello stesso letto (co-sleeping),
  • non utilizzare il passeggino, ma portare i bambini in una fascia o marsupio, di modo che siano il più possibile sempre a contatto con la madre.

Queste moderne teorie, sperimentate a sua volta dalla stessa signora Grumet, allattata dalla madre fino ai 6 anni, sembrano essere diventate un vero e proprio credo pedagogico per le mamme d’Oltreoceano, sempre più numerose a dichiararsi soddisfatte dai benefici tratti, tra i quali sono ricordati:

  • un sonno più tranquillo per mamma e figlio ;
  • la crescita della sicurezza dell’autostima del bambino ;
  • la drastica diminuzione delle morti bianche (SIDS) dato che il bambino è costantemente monitorato ;
  • la condivisone di un momento della giornata con entrambi i genitori ;
  • l’assestamento dell’orologio biologico del bambino.

Sempre secondo il dottor Sears, così facendo il bambino otterrà una tale sicurezza che ‘pretenderà’ da solo, senza essere forzato, una maggiore indipendenza. Dal terzo anno di vita in poi, infatti, il bimbo chiederà un lettino tutto suo, un pasto ‘da grande’, insomma, una maggiore libertà, consonamente con la sua età e il suo sviluppo.

Negli Stati Uniti si è aperto un grande dibattito fra pro e contro l’attachment parenting.

I favorevoli portano a loro sostegno le 50 e più pubblicazioni del dottor Sears, la sua grande esperienza in materia, e le vere e attuali storie di chi quelle teorie sta già seguendo o ha seguito in passato, con risvolti più che positivi; inoltre in altre culture diverse da quella occidentale, come ad esempio per le mamme eschimesi o giapponesi, è più che normale che i bambini vengano allattati fino a 7 anni dalle prime, e fino a 5 dalle seconde.

Coloro che, invece, sono contrari a queste nuove pratiche asseriscono che tutto ciò è il frutto di una società maschilistica che vede come unico ruolo della donna quello di essere madre e preoccuparsi unicamente dei figli, tralasciando forzatamente tutto il resto al fine di essere una presenza costante nella vita e nella quotidianità dei piccoli.

Molto vero è che, tralasciando il co-sleeping, l’allattamento on demand, il passeggino e tutto il resto, la cosa più fondamentale che una mamma non deve MAI far mancare al suo cucciolo è l’amore. Se viene a mancare quello, la crescita (e la felicità) del bambino verrà comunque messa a repentaglio, che viaggi in marsupio oppure no.


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